SHACULTIM
(SHAhrisabz-CULtura-TIMurida)
Introduzione alla Cultura Timurida
Riassunto: sulla rotta di Samarcanda, creazione di un modello di “museo virtuale” a partire dal centro della cultura timuride, Shahrisabz, città natale di Tamerlano (1336-1405 d. C.).
Ollagnier Céline*, Schvoerer Max*, Levi-Strauss Laurent**,
Xushvaqtov Nabi***, Aminov Babour****, Cilia Enza*,
Filocamo Tifanny & Giorgio*****
* Associazione " Scienze e patrimonio FER-PACT", Università di Bordeaux 3 - CNRS, (IRAMAT – CRP2A, UMR 5060) (schvoerer@u-bordeaux3.fr e olla_gnier@hotmail.com). ** Unesco. *** Canterellata Amir Temur di Shahrisabz (hushnab@mail).ru. **** Gruppo Ouzbek per la preservazione del patrimonio culturale timuride, Tachkent (babour.aminov@gmail.com). ***** Museo del Corallo CAMO, Ravello (info@museodelcorallo.com)
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A partire da uno dei siti della Lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.
Alla base di questo modello ci sono i resti del Palazzo di Tamerlano a Shahrisabz (Uzbekistan 39˚.1 N e 66˚. 8 E) -Ak Saray- (o Palazzo Bianco), costruito tra il 1380 e il 1405 d. C. nella città natale dell’Imperatore Tamerlano. La superficie dei muri, delle pareti e del fondo delle vasche, recentemente riportata alla luce (su circa 600 mq), è protetta e decorata con notevoli elementi di ceramica smaltata.
Inoltre c’è un degrado recente ed improvviso (inverno 2007/2008) piuttosto preoccupante della malta e degli smalti delle piastrelle delle vasche. C’è un sospetto, la responsabilità è sempre più evidente: la crisi climatica e le sue minacciose conseguenze metereologiche. Infine vi è il felice incontro tra il Patrimonio culturale delle autorità locali, delle Aziende, della Ricerca e della vita associativa.
L’Associazione “Scienza e Patrimonio culturale”, che noi sosteniamo, potrebbe coordinarsi con la sua controparte in Asia centrale e con gli altri partners per un importante programma di conservazione e valorizzazione del sito di maggior interesse e per i Paesi e l’Umanità, specialmente sul piano economico. Contemporaneamente si dovrebbero garantire la formazione e la specializzazione di professionisti atti alla prevenzione contro i rischi, alla conservazione e al recupero delle attività artigianali perdute.
Scelta di un acronimo e di un obiettivo, “alla scoperta”.
Il nome “Shacultim” deriva (si usa dire), sotto forma di acronimo, dalle parole chiave Shahrisabz e Cultura Timuride. “Alla scoperta” è l’obiettivo del “museo virtuale Shacultim”. Dalle collezioni del nuovo museo della città natale di Tamerlano, Shahrisabz, Shacultim presenta l’aspetto di questa ricchezza e della fine Cultura dell’Asia centrale. Iniziato nel 2007, il “modello del museo virtuale” fu sviluppato nel 2008 e nel 2009 dall’associazione “Scienze e Patrimonio Culturale”, seguendo un accordo con la Sezione “Musei e Oggetti Culturali” dell’Unesco, nel quadro di un programma in corso sviluppato grazie al contributo del Consiglio Generale del Dipartimento della Dordogna (Francia). Questo modello è senza dubbio una bozza ma ha la potenzialità di arricchirsi ed evolversi.
L’idea e la forma.
Dobbiamo al dottor Laurent Levi-Strauss, capo della Sezione Musei e Oggetti culturali dell’Unesco (fino a marzo 2009), l’idea di utilizzare mezzi informatici attuali per realizzare questo modello del “Museo virtuale”, dai lavori della nostra associazione, dei suoi partners in Uzbekistan e di un Laboratorio dell’Università di Bordeaux 3 e del CNRS. L’idea ha sedotto per tre motivi.
- Inizialmente perché mira ad un pubblico che non avrà mai la possibilità materiale o fisica di scoprire da solo questa cultura, come i poveri, gli anziani e le persone diversamente abili.
- In secondo luogo, perché il nostro interlocutore dell’Unesco, ha accettato che noi trattassimo questo argomento in modo classico come farebbe un insegnante universitario, cercando dati sperimentali e bibliografici recenti e precedenti, circondandosi di esperti di diverse competenze.
- Infine perché il lavoro corrispondente, per il suo aspetto innovativo e creativo, rientra nei nostri campi di ricerca. Si comprenderà che il filo rosso di questa ricerca si è sviluppato dalla sua specificità, che è tipica del nostro gruppo di ricerca: conoscenza e conservazione della ceramica smaltata dell’architettura.
Partenariato in Uzbekistan.
Indipendente dal 1991, questo paese è il punto di partenza della nostra ricerca. I principali contributi provengono dal Ministero della Cultura di Tashkent, dai Musei Pubblici di Shahrisabz, Karchi, Samarcanda, Khiva e di Tashkent, da alcuni specialisti a Boukhara e a Tashkent e dal gruppo uzbeco equivalente alla nostra associazione con il quale lavoriamo dal 1999.
Partenariato in Francia.
L’Ambasciata e il Consolato Francese di Tashkent, rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri, l’Istituto di Studi Francesi sull’Asia Centrale (IFEAC), ci hanno costantemente aiutato, rilasciando, ad esempio, gratuitamente dei visti ai nostri ospiti uzbechi o concedendogli liberamente accesso alle loro strutture d’accoglienza e ai loro archivi.
Due partners hanno rivestito un ruolo essenziale nella realizzazione del modello. Da una parte, come già detto, un’autorità locale, il Consiglio generale della Dordogna, che conduce una politica particolarmente dinamica di relazioni esterne e di scambi, in differenti campi, specialmente in quello del turismo culturale. Dall’altra parte l’Istituto di Ricerca sui Materiali del Patrimonio Culturale dell’Università di Bordeaux 3 e del CNRS, dove si è svolta fisicamente la creazione del prototipo. In numerose circostanze, diverse aziende, industriali o artigianali, soprattutto in Dordogna (CESA, SOCRA, Calado) o, tempestivamente, della Gironda e delle Landes (Gardelle), hanno messo a nostra disposizione degli esperti, in vista di un’importante operazione di conservazione a Shahrisabz.
Citiamo ugualmente la partecipazione molto attiva dei membri dell’Ufficio in Aquitania di Ricerche, Studi, Informazione e Relazione-OAREIL/Università del Tempo Libero- sui problemi delle persone anziane e dell’Unione Regionale degli Ingegneri e degli Scienziati dell’Aquitania (URISA). Infine non dimentichiamo che esiste un’altra autorità locale, il Consiglio Regionale dell’Aquitania, la cui politica di “sostegno delle iniziative di solidarietà internazionale”, ha permesso di iniziare nel 2006 la preparazione di questo progetto.
Partenariato con gli organismi internazionali o altri paesi.
In diverse circostanze, l’Unesco ha svolto un ruolo determinante nei nostri progetti. Innanzitutto suggerendo l’idea di questo museo virtuale, come precisato prima, incoraggiando, allo stesso tempo, e rendendo possibile il lavoro sul posto. Non dimentichiamo, in effetti, che nulla può essere intrapreso su uno dei siti della Lista del Patrimonio Mondiale senza il consenso dell’ufficio Locale dell’Unesco, di quello della Direzione a Parigi e del centro competente (Unità Asia e Pacifico).
Omaggio ai primi partners.
Segnaliamo infine che la rete di cooperazione è nata poco alla volta, in particolare grazie all’Ufficio “Relazioni internazionali dell’Università di Bordeaux 3 (a partire dal 1999)”, poi nel 2002 e 2003 grazie a dei fondi specifici della Commissione Europea, attraverso la sua Agenzia di Finanziamento, INTAS. In questa circostanza due squadre italiana e una finlandese, ci hanno offerto i loro progetti. Mediteremo con alcuni paesi vicino all’Uzbekistan, in ragione di una congiuntura particolare di cui siamo tutti a conoscenza, i contributi “sporadici” dei partners dell’Afghanistan e dell’Iran.
Bibliografia
OLLAGNIER C., 2010, De Kairouan (Tunisie) à Shahrisabz (Ouzbékistan), contribution à la sauvegarde de sources documentaires de l’humanité. Ière partie : Conservation d’un savoir-faire : les décors de lustre métallique. IIème partie : Conservation d’un site : le palais de Timour. – Institut de Recherche sur les Archéomatériaux, Thèse de Doctorat de l’Université de Bordeaux 3, 402 p.
Creazione della pagina (traduzione per Tiffany Filocamo) : 17 novembre 2011
Modifica della pagina : 18 novembre 2011